giovedì 4 dicembre 2025

Antonio Marra Ode alla Coscienza che non dorme



ODE ALLA COSCIENZA CHE NON DORME

Non è possibile — no, non è possibile —

che il nostro respiro sia contabilizzato

nei bilanci del riarmo,

che la vita dei nostri figli

sia una voce di spesa

tra missili e gas.

Non è possibile

che governi eletti a metà

obbediscano a burocrati senza volto,

inermi davanti a élite

che trafficano morte

chiamandola sicurezza,

che vendono paura

chiamandola pace.

Ci hanno detto:

è necessario, è inevitabile, è il mondo reale.

Ma chi ha deciso

che il reale dovesse essere disumano?

La Costituzione —

non un feticcio,

non una carta da cerimonia —

dice chiaro,

dice semplice,

dice umano:

la guerra è ripudiata.

Ripudiata.

Non regolata.

Non giustificata.

Ripudiata.

Eppure parlano solo di nemici,

di blocchi,

di buoni e cattivi,

come se la storia fosse una favola

scritta dalle stesse mani

che contano i profitti.

Chi osa ricordare

che le responsabilità sono reciproche

viene insultato.

Chi chiede negoziati

viene chiamato traditore.

Chi rifiuta l’odio

diventa complice per decreto mediatico.

Ma noi no.

Noi diciamo:

la pace non è resa,

il dialogo non è debolezza,

l’umiltà non è vigliaccheria.

I popoli non sono eserciti.

I popoli non sono governi.

I popoli non sono bersagli.

Siamo una generazione

cresciuta tra crisi e menzogne,

educata alla rassegnazione,

addestrata all’impotenza.

Ci hanno convinti

che non possiamo fare nulla.

Ed è questa

la loro arma più efficace.

Ma basta uno che parla

per rompere il silenzio.

Bastano dieci

per far tremare la narrazione.

Bastano mille

per riempire una piazza

di corpi vivi

contro la logica della morte.

Scendere in piazza non per distruggere,

ma per dire basta.

Non per odiare,

ma per ricordare.

Non per imporre,

ma per pretendere umanità.

Pretendiamo trattative.

Pretendiamo diplomazia.

Pretendiamo che il denaro torni

agli ospedali, alle scuole, al lavoro,

e non alle fabbriche di bare.

Non siamo sudditi.

Non siamo carne da propaganda.

Non siamo comparse

nel teatro dell’apocalisse.

Siamo cittadini.

Siamo coscienza.

Siamo voce.

E se la storia deve piegarsi,

che lo faccia

davanti a chi rifiuta la guerra

prima che sia troppo tardi.

(Antonio Marra © 2025)

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