martedì 8 gennaio 2019

Santa Tradizione Copta Dossologia del Paramoni (Vigilia) di Natale


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Dossologia del Paramoni (Vigilia) di Natale

https://www.natidallospirito.com/2019/01/05/oggi-ho-visto-tutta-la-creazione-risplendere-di-una-grande-luce-vigilia-di-natale/
Oggi ho visto tutta la creazione risplendere di una grande luce per la grande visione divina (theoria) che ci è stata svelata.
Poiché il disincarnato[1] ha preso carne, partorito, come tutti, [ma] dalla Vergine, essendo Dio e uomo.
Betlemme, città di Davide, si pregia con esultanza, perché ha sorretto corporalmente colui che [siede] sui Cherubini.
L’Essente che era, l’unico Creatore, colui che ha sciolto il laccio del peccato, è stato avvolto in panni.
La Vergine Maria, Giuseppe e Salome[2], sono rimasti stupiti dalle cose che hanno visto[3].
Le schiere celesti lodano sulla terra intonando questo santo inno gridando e dicendo:
“Gloria nei luoghi eccelsi a Dio e pace sulla terra e benevolenza negli uomini, poiché egli è venuto e ci ha salvati”[4].
I pastori che erano nei campi sono venuti e lo hanno adorato. Anche noi lo adoriamo e gli rendiamo testimonianza
Che egli è venuto nel mondo, è nato dalla Vergine e ha salvato il genere umano[5] dal diavolo maligno.
Lo lodiamo e lo glorifichiamo, lo esaltiamo, in quanto Buono e Amico degli uomini[6]. Abbi compassione nella tua grande compassione.

Seconda dossologia di Natale

L’uno della Trinità, il consustanziale al Padre, quando ha visto la nostra umiliazione e la nostra amara schiavitù
Piegò i cieli dei cieli, e venne nel grembo della Vergine, divenendo uomo come noi, eccetto il solo peccato.
Nacque a Betlemme, secondo le voci dei profeti, ci guarì e ci salvò, poiché noi siamo il suo popolo.
Colui che non ha smesso di essere Dio venne e si fece figlio dell’uomo. Ma egli è il vero Dio: è venuto e ci ha salvati[7].


[1] Si è preferito “disincarnato” al più elegante “incorporeo” perché in copto c’è un gioco di parole con la parola greca σάρξ ‘carne’.
[2] Salome è secondo alcuni apocrifi, come il Protovangelo di Giacomo, una donna presente durante la Natività e la fuga in Egitto della Sacra Famiglia. Viene talvolta identificata con la madre dei figli di Zebedeo (Mt 20,20; 27,56) e con una delle Marie che stettero sotto la Croce. Nella tradizione copta è considerata una cugina della Vergine Maria ed è venerata come santa. Il Sinassario (Martirologio) copto, pur non dedicandole un giorno specifico, la ricorda ben quattro volte: nella festa di Natale (29 kiahk), nella festa di sant’Anna (11 hatur), di santa Elisabetta (16 amshir) e nella commemorazione dell’entrata della Sacra Famiglia in Egitto (24 bashans).
[3] L’arabo traduce liberamente dicendo “da colui che hanno visto”. Ma il copto è chiaramente al plurale, indicando “cose”, “scene”, “eventi”.
[4] È interessante come la dossologia metta insieme la lode angelica dell’evangelista Luca (Lc 2,13-14) con un’antifona liturgica copta.
[5] Lett.: “la nostra razza”, “la nostra stirpe”
[6] “Amico degli uomini” (in copto Pimairomi, in greco Philánthropos, in arabo Muḥibb al-bašar) è uno degli epiteti di Cristo più ricorrenti nella liturgia, nell’innologia e nella salmodia copte.
[7] Questa dossologia è identica all’ottavo brano della Theotokia del giovedì.

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