giovedì 14 settembre 2023

Christians for the Abolition of Prisons- Domenica 17 Settembre 2023

 




Testo originale in lingua inglese. sta in


https://christiansforabolition.org/2023/09/13/abolitionlectionary-proper-19-3/


MEDITAZIONE -- 

Hannah Bowman is the founder and director of Christians for the Abolition of Prisons.


TESTO BIBLICO DI RIFERIMENTO


Matteo 18, 21–35


21 Allora Pietro, accostatosi, gli disse: “Signore, quante volte perdonerò mio fratello se pecca contro di me? Fino a sette volte?”. 22 E Gesù a lui: “Io non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. 23 Perciò il regno dei cieli è simile a un re che volle fare i conti con i suoi servitori. 24 Avendo cominciato a fare i conti, gli fu presentato uno che era debitore di diecimila talenti 25 e, non avendo costui di che pagare, il suo signore comandò che fosse venduto lui con la moglie e i figli e tutto quanto aveva e che il debito fosse pagato. 26 Perciò il servo, gettatosi a terra, gli si prostrò davanti, dicendo: 'Abbi pazienza con me e ti pagherò tutto'. 27 E il signore di quel servo, mosso a compassione, lo lasciò andare e gli condonò il debito. 28 Ma quel servo, uscito, trovò uno dei suoi conservi che gli doveva cento denari e, afferratolo, lo strangolava, dicendo: 'Paga quel che devi!'. 29 Perciò il conservo, gettatosi a terra, lo pregava dicendo: 'Abbi pazienza con me e ti pagherò'. 30 Ma l'altro non volle, anzi andò e lo fece gettare in carcere finché avesse pagato il debito. 31 I suoi conservi, visto il fatto, ne furono grandemente rattristati e andarono a riferire al loro signore tutto l'accaduto. 32 Allora il suo signore lo chiamò a sé e gli disse: 'Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito, perché tu me ne supplicasti; 33 non dovevi anche tu avere pietà del tuo conservo, come ebbi anch'io pietà di te?'. 34 E il suo signore, adirato, lo diede in mano degli aguzzini fino a quando non avesse pagato tutto quel che gli doveva. 35 Così vi farà anche il Padre mio celeste, se ognuno di voi non perdona di cuore al proprio fratello”.


***

per una possibile traduzione in italiano della meditazione



Questo passo di Matteo segna la fine di un intero capitolo sulla responsabilità, la giustizia riparativa e il perdono (come notano Ched Myers ed Elaine Ends nel loro libro Ambasciatori della riconciliazione, vol. 1( https://orbisbooks.com/products/ambassadors-of-reconciliation-volume-1 ). La parabola fornisce un netto contrasto tra una cultura del debito e della punizione e una cultura del perdono e della restaurazione.


Come ci ricorda Luise Schottroff nel suo libro sulle parabole (https://www.amazon.com/Parables-Jesus-Luise-Schottroff/dp/0800636996 ), è importante resistere alla tendenza a leggere parabole come questa e a collocare Dio nel ruolo del re, sostenendo una visione di punizione divina - anche quando, come in questo caso, il versetto finale sembra implicarlo. Di certo, in quella che Schottroff chiama una lettura "escatologica" della parabola, ossia una lettura dal punto di vista di una comunità in attesa del giudizio  divino, il punto non è che Dio vi punirà se non perdonate abbastanza! Al contrario, il linguaggio crudo della parabola esprime l'abisso totale tra una comunità dedita alla restaurazione e alla misericordia e una comunità votata al castigo. 

Sono sempre esitante a insistere sul perdono come imperativo etico cristiano, a causa dei modi in cui il linguaggio del perdono viene usato come arma contro i sopravvissuti al danno. Ma ci sono diverse azioni e modi di essere che rientrano nel termine "perdono": la riconciliazione, o il ripristino della relazione con qualcuno; il perdono nella propria mente, cioè il lasciar andare la propria rabbia per il proprio bene, indipendentemente da come questo influisca sul modo in cui ci si relaziona con l'altra parte; il perdono transazionale, cioè la volontà di accettare la restituzione fatta a voi senza alcun ulteriore desiderio di relazione; e altro ancora. Ognuno di questi aspetti è diverso, nessuno è obbligatorio. Ma mi chiedo se alla base di tutti questi aspetti ci sia un impegno verso ciò che potrei chiamare misericordia: un impegno verso una sorta di non-punitività o compassione, verso ciò che spesso viene definito nel lavoro di giustizia trasformativa/responsabilità comunitaria come il riconoscimento dell'umanità di tutti i soggetti coinvolti (ad esempio in questo toolkit ( https://solidarity-us.org/files/Implementing%20Grassroots%20Accountability%20Strategies.pdf ) del CARA). È a questo modo di essere che penso che questa parabola chiami la comunità cristiana - comunitariamente. 


Il punto di questa parabola è che una comunità strutturata sulla non-punitività e una comunità strutturata sul pagamento del debito e sulla punizione non sono affatto simili, e Dio chiama i cristiani a sperimentare e praticare un impegno alla misericordia. Il modo in cui ciò si realizza in ogni particolare situazione di danno dipende dal danno, dai bisogni dei sopravvissuti e dalla volontà dei responsabili di assumersi la responsabilità e fare ammenda. (Per una fantastica e complementare prospettiva ebraica su questo tema, si veda il libro di Rabbi Danya Ruttenberg On Repentance and Repair ( https://www.onrepentance.com/ ). Un impegno per la misericordia, tuttavia, apre nuove possibilità per forme creative e vivificanti di responsabilità non punitiva ( https://christiansforabolition.org/wp-content/uploads/2022/11/Accountability-Toolkit.pdf ) in linea con la compassione e la dignità di tutte le persone.





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