giovedì 9 aprile 2020

Quaresima 2020-10 aprile I testi Liturgici delle Chiese cristiane indipendenti di tradizione latina -tradizione celtica


иконописец Алексей Чередниченко




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Ordinariate of Our Lady of Walsingham 


Troparion of Our Lady of Walsingham

Hail, O Virgin Theotokos! As thou didst receive the Good News of salvation at Gabriel  appearing and didst by thine own appearing at Walsingham cause the Holy House to be raised up as an everlasting remembrance of that same mystery of salvation, pray that we may ever bear in our souls Jesus whom thou didst bring forth, the Savior of mankind


TROPARIO : Giosci  , o Vergine Theotokos
Come hai ricevuto l'annuncio della salvezza da Gabriele nella Santa
Casa fa che Walsingham sia   un ricordo perenne di questo Mistero di salvezza, che tu hai portato   in grembo, Gesù Salvatore del mondo

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Fri. 10th - Good Friday
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VICARIATO D’ITALIA DELLA Holy Celtic Church International.

VENERDÌ SANTO
colore liturgico: viola oppure nero
L'altare viene rivestito con una tovaglia senza ornamenti e un antependium viola (oppure nero), ma senza nient'altro. Non viene accesa alcuna candela. Se è opportuno, prima di questa celebrazione può essere cantato l'ufficio di Prima. Le Lezioni che sono riportate possono essere utilizzate come Letture brevi dell'Ufficio.

VENERAZIONE DELLA CROCE
Il sacerdote (oppure il diacono), rivestito di camice e stola (senza casula né manipolo) pone la croce nel centro  dell'altare, e quando essa viene svelata, il popolo si inginocchia. L'officiante, il clero e i ministri si avvicinano
all'altare, partendo dal cancello del santuario, in tre fasi: alla fine di ogni fase essi si genuflettono. Durante la
prima genuflessione viene cantato quanto segue:


C. Tu sei santo, o Dio. Oppure Aghios O Theos.
T. Tu sei santo, o Dio. Oppure Sanctus Deus.

Durante la seconda genuflessione:
C. Tu sei santo, o Dio Forte. Oppure Aghios Ischyros.
T. Tu sei santo, o Dio Forte. Oppure Sanctus Fortis.

Durante la terza genuflessione:
C. Tu sei santo, o Dio Immortale: riversa su di noi il Tuo amore.
T. Tu sei santo, o Dio Immortale: riversa su di noi il Tuo amore.

Oppure
C. Aghios Athanatos, eleison imàs.
T. Sanctus Immortalis, miserere nobis.


Dopo che ha avuto luogo la terza genuflessione, viene cantato un inno appropriato, di devozione verso la
Croce. All'ultima strofa, la croce viene riposta nel luogo dove solitamente viene conservata. Quindi inizia la   Messa dei Presantificati.


Ecco il vessillo della croce, mistero di morte e di gloria:
l'artefice di tutto il creato è appeso ad un patibolo.
Un colpo di lancia trafigge il cuore del Figlio di Dio:
sgorga acqua e sangue, un torrente che lava i peccati del mondo.
O albero fecondo e glorioso, ornato d'un manto regale,
talamo, trono ed altare al corpo di Cristo Signore.
O croce beata che apristi le braccia a Gesù redentore,
bilancia del grande riscatto che tolse la preda all'inferno.
Ave, o croce, unica speranza, in questo tempo di passione,
accresci ai fedeli la grazia, ottieni alle genti la pace. Amen.


Il Sacerdote quindi indossa manipolo e casula. La Messa dei Presantificati ha inizio, essa si compone in   questo modo: segno di croce, aspersione, Confiteor, assoluzione. Quindi il Sacerdote legge la Colletta:
COLLETTA
Cristo Signore, la tua Chiesa pone davanti a noi la Tua vita come un esempio
perfetto da imitare: concedi a noi di avere la forza per seguirti attraverso la
sofferenza e la morte mistica, per poter risorgere con Te nello splendore ineffabile
della Pasqua. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.
EPISTOLA
Lettura dalla seconda lettera di San Paolo Apostolo ai Corinti
(2Cor 1, 3-7)
Fratelli, sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre
misericordioso e Dio di ogni consolazione, il quale ci consola in ogni nostra
tribolazione perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in qualsiasi
genere di afflizione con la consolazione con cui siamo consolati noi stessi da Dio.
Infatti, come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo,
abbonda anche la nostra consolazione. Quando siamo tribolati, è per la vostra
consolazione e salvezza; quando siamo confortati, è per la vostra consolazione, la
quale si dimostra nel sopportare con forza le medesime sofferenze che anche noi
sopportiamo. La nostra speranza nei vostri riguardi è ben salda, convinti che come
siete partecipi delle sofferenze così lo siete anche della consolazione.
VANGELO
Lettura dal Santo Vangelo secondo San Giovanni
(Gv 12, 23-26b)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «E' giunta l'ora che sia
glorificato il Figlio dell'uomo. In verità, in verità vi dico: se il chicco di
grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce
molto frutto. Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la
conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io, là
sarà anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre lo onorerà».
SOLENNE INGRESSO DEI PRESANTIFICATI
Il Sacerdote prepara l’altare. Stende il corporale (oppure l’antimension) e prepara una patena vuota ed uncalice, versandovi vino e acqua senza dir nulla. Quindi, dopo aver fatto ciò, si reca processionalmente in
sacrestia, laddove è conservata la pisside con le Ostie. Mentre si reca in sacrestia, si canta il seguente inno
(Adoro Te devote):

Ti adoro devotamente, o Dio nascosto,
davvero presente sotto questi segni:
il mio cuore a te tutto si affida
perché, contemplandoti, tutto viene meno.
La vista, il tatto, il gusto, non ti percepiscono,
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ma solo per l'ascolto si crede con certezza.
Credo tutto ciò che ha detto il Figlio di Dio;
nulla è più vero di questa parola di verità.
Sulla croce solo la divinità era celata,
qui anche l'umanità non appare,
ma credendo e confessando entrambe
chiedo ciò che chiese il ladrone pentito.
Non tocco le ferite come Tommaso,
ma pur ti professo, mio Dio.
Fa' che io creda sempre più in te,
in te speri, ami te.


Il sacerdote quindi, giunto in sacrestia, prende la pisside utilizzando il velo omerale. Quindi torna versol’altare, cantando le ultime tre strofe dell’inno:

Della tua morte, o dolce memoria,
o pane vivo che vita ci doni,
fa' che la mente mia viva di te
e gusti quanto è soave conoscerti.
Pio pellicano, Gesù, mio Signore,
sono un immondo, mi lavi il tuo sangue;
basta una goccia a rendere salvo
il mondo intero da ogni delitto.
Ch'io faccia a faccia un giorno ti veda,
e la visione mi renda beato:
con tutti i giusti io canti per sempre
a Te, al Padre, allo Spirito gloria! Amen.
Quindi il Sacerdote depone la pisside sull’altare, toglie il velo omerale ed incensa la pisside con tre colpi tripli.Quindi, a voce alta, dice:
C. O Signore, noi offriamo e presentiamo a Te noi stessi, le nostre anime ed i
nostri corpi, per essere un sacrificio santo e continuo davanti ai Tuoi occhi.
Possano le nostre forze essere spese al Tuo servizio, ed il nostro amore possa essere
riversato sul Tuo popolo. Tu che vivi nei secoli dei secoli.
T. Amen.
Quindi la celebrazione continua dal Padre Nostro con la sua introduzione, il Libera Nos, la  Commemorazione dei Santi. Il Sacerdote spezza l’Ostia come di consueto, versando la particella nel calice  contenente vino ed acqua non consacrati. Si omette l’Agnello di Dio, ed il Sacerdote si comunica senza
proferire parola. Allo stesso modo il Sacerdote comunica i fedeli, quindichiude la pisside e la ripone sul  corporale. Poi purifica il calice allo stesso modo, quindi recita le orazioni dopo la Comunione. Terminate le
orazioni, il Sacerdote dice:
C. Il Signore sia con voi.
T. E con il tuo spirito.
Dopo aver fatto un inchino all’altare, il Sacerdote indossa nuovamente il velo omerale e, senza pronunciare la benedizione, torna in sacrestia portando con sé la pisside contenente il Corpo di Cristo. Subito dopo la
celebrazione di spengono le candele e si spoglia l’altare. Il tabernacolo resta vuoto fino alla sera del Sabato  Santo, quando il Santissimo verrà rimesso a suo posto prima della Veglia Pasquale

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